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Reopen 911

Reopen, 2006, ceramica, h cm 35
Reopen, 2006, ceramica, h cm 35
Manhattan 91, 2006, olio su tela, cm 60x50
Manhattan 91, 2006, olio su tela, cm 60x50
New York 2001, 2006, gouache su carta, cm 76x56
New York 2001, 2006, gouache su carta, cm 76x56
9-11-2001, 2006, olio su tela, cm 100x100
9-11-2001, 2006, olio su tela, cm 100x100
Reopen 9/11, 2006, olio su tela, cm 70x100
Reopen 9/11, 2006, olio su tela, cm 70x100
WTC 911, 2006, olio su tela, cm 50x70
WTC 911, 2006, olio su tela, cm 50x70
Torre Sud, 2006, olio su tela, cm 50x70
Torre Sud, 2006, olio su tela, cm 50x70
Torre Nord, 2006, olio su tela, cm 50x70
Torre Nord, 2006, olio su tela, cm 50x70
Piazza Fontana, 2006, olio su tela, cm 70x60
Piazza Fontana, 2006, olio su tela, cm 70x60
Italicus, 2006, olio su tela, cm 80x120
Italicus, 2006, olio su tela, cm 80x120
Bologna, 2006, gouache su carta, cm 76x56
Bologna, 2006, gouache su carta, cm 76x56
Reopen 12/12/1969, 2006, gouache su carta, cm 56x76
Reopen 12/12/1969, 2006, gouache su carta, cm 56x76
Portella delle Ginestre, 2006, olio su tela, cm 70x100
Portella delle Ginestre, 2006, olio su tela, cm 70x100
Via Damelio, 2006, olio su tela, cm 80x120
Via Damelio, 2006, olio su tela, cm 80x120
    “Facit indignatio versus”: è stata l’indignazione a motivare questi dipinti di Giovanni Crescimanni

    In Italia abbiamo accumulato una ricca esperienza di stragi sulle quali non si è mai fatta chiarezza, ma col tempo è risultato evidente che i veri responsabili erano diversi da quelli indicati dalla versione ufficiale (come ad esempio per la strage di piazza Fontana a Milano nel 1969).
    C’è voluta la seconda guerra mondiale, con milioni di morti, per sapere che l’incendio del Reistag era stato organizzato dai nazisti per consolidare il loro potere e cercare di assoggettare tutta l’Europa. L’11 settembre ha portato la guerra in Afghanistan ed in Iraq e leggi riduttive delle libertà personali negli Stati Uniti ed, anche se in misura minore, in Europa.

    Molti contestano la versione ufficiale perché:

    • Le due torri erano state costruite con pilastri esterni di acciaio al titanio, progettati per resistere a terremoti, uragani ed eventuali impatti di aerei. La parte esterna era la struttura portante ed infatti, dopo essere stati colpiti dagli aerei i grattacieli hanno oscillato per quattro minuti ma non sono crollati.
    • Nessun grattacielo con struttura in acciaio si è mai disintegrato per un incendio; ad esempio a Madrid ne è bruciato uno per due giorni ma la struttura non è crollata.
    • La maggior parte del cherosene si è consumata al momento dello scontro ed il fuoco è divampato solo ai piani superiori. Le torri crollarono nel giro di 10 secondi: per 400 metri d'altezza ciò equivale a un volo in caduta libera senza nessuna resistenza da parte degli 80 piani sottostanti alla zona incendiata (quasi un cedimento istantaneo di tutti i solai contemporaneamente).
    • Il crollo sembra giustificabile solo come una demolizione controllata ha dichiarato Matthys Levy (direttore dipartimento di ingegneria strutturale dell’Academy of Engineering U.S.A.).
    • I danni provocati sul Pentagono e gli scarsi rottami ritrovati sul posto non sembrano coerenti con il Boeing che avrebbe colpito il sito. Ma allora cosa ha colpito il Pentagono e perché? E che fine ha fatto l’aereo 757 n° 77 con i suoi passeggeri?
    • Le norme internazionali prevedono che un velivolo che non rispetta la rotta prevista venga intercettato dalla difesa aerea. Perché questo non è avvenuto l’11/9?

    L’estrema gravità di quello che è avvenuto l’11 settembre e di tutto quello che ne è derivato, impongono alle persone interessate alla difesa della democrazia di pretendere che si faccia chiarezza e si diano risposte ai tanti dubbi che la versione ufficiale ha sollevato.

    Video

    Sette domande sull'11 settembre

    13:481/4
    13:472/4
    13:493/4
    14:074/4

    credits

    di Paolo Jormi Bianchi, Pulika Calzini, Giovanni Crescimanni, Roberto Vignoli

    produzione

    Megachip